Nel corso dei mesi di giugno e luglio l’Associazione Progetto Radici ha organizzato e promosso, nel contesto della manifestazione “Lungo il Tevere… Roma”, a “Salotto Tevere”, sotto Ponte Cestio, proprio sulla riva del Tevere, tre incontri volti a sensibilizzare il pubblico sul valore storico-culturale, ambientale e sociale del fiume romano, grazie anche soprattutto agli interventi di importanti relatori attivi in tale ambito.
Il primo incontro “il Tevere è…alle origini di Roma”, tenutosi il 13 giugno, ha visto il dott. Prudenzano, introdurre il tema generale partendo da una ricostruzione storico-culturale del valore del Tevere, ripercorrendo gli aspetti mitologici della nascita di Roma dalle leggendarie imprese dell’eroe troiano Enea alla salvifica navigazione della cesta cui furono affidati i gemelli Romolo e Remo. Ma l’importanza del fiume romano non è data unicamente dalla mitologia, come appunto ci ha ricordato il Dr. Carlo Rosa, geoarcheologo di SIGEA Lazio, ma anche dal ruolo avuto come snodo comunicativo/culturale e commerciale: ruolo che ha contribuito all’ascesa della grandiosa civiltà romana.
Al termine di questa prima ricostruzione storica, è stato inevitabilmente puntualizzato come nel corso dei secoli i cittadini romani abbiano avuto sempre meno considerazione per il proprio fiume, arrivando fino agli odierni problemi di viabilità e inquinamento.
Proprio in questo contesto nasce l’esigenza di tutelare e valorizzare il Biondo Tevere e di sensibilizzare la comunità al fine di raggiungere insieme tale obiettivo.
Il secondo incontro “Il Tevere è … sicurezza idraulica, qualità dell’acqua, biodiversità, spazio pubblico”, tenutosi il 20 giugno, si è focalizzato sul tema della gestione del fiume e del suo territorio e soprattutto sulla conoscenza ed attuazione del Contratto di Fiume: uno strumento per la programmazione strategica, negoziata e partecipata degli interventi finalizzati alla cura e valorizzazione del fiume, allo sviluppo locale e capace di indirizzare la pianificazione urbanistica. A promuovere e gestire coordinare l’incontro è stata invitata l’Associazione AGENDA TEVERE, promotrice del Contratto di Fiume Tevere da Castel Giubileo alla foce, rappresentata dalla vicepresidente, architetto Laura Clerici.
Anche grazie alle testimonianze dei rappresentanti di altri importanti fiumi del territorio laziale, l’Aniene e l’Almone, sono stati puntualizzati i punti di forza e le criticità odierne dei contratti di fiume, arrivando a discutere non solo delle criticità amministrative, ma anche dei problemi idraulici, idrici e inerenti alla biodiversità fluviale.
L’incontro ha dato vita ad un interessante dibattito con le rappresentanze istituzionali, stimolando anche gli interventi del pubblico.
Hanno partecipato diversi rappresentanti della Pubblica Amministrazione e degli Enti competenti sulla gestione del fiume
– Rocco Ferraro consigliere con delega Ambiente della Città Metropolitana di Roma Capitale che è il Soggetto Responsabile della gestione e attuazione del Contratto di Fiume Tevere da febbraio 2022;
– Giorgio Pineschi dirigente area vigilanza e Bacini idrografici della Regione Lazio
– Riccardo Leoni della segreteria tecnica del Contratto di Fiume Aniene
– Fabrizio Picca della segreteria del Contratto di Fiume Almone
– Leonardo Gatta Responsabile Unità Operativa per la risorsa idrica (bilancio e qualità delle acque) Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale
– Enrica De Paulis Responsabile Ufficio Rigenerazione e progetti speciali Dipartimento di Programmazione ed Attuazione Urbanistica di Roma Capitale
– Eleonora Rogato Responsabile Ufficio Valorizzazione Tevere, Dipartimento Tutela Ambientale Roma Capitale.
La vicepresidente di Agenda Tevere Laura Clerici ha avviato l’incontro introducendo cosa rappresenta il Contratto di Fiume Tevere, (cosa è e come si attua) sottoscritto nel febbraio 2022 presso la Regione Lazio da 86 Soggetti tra Pubbliche Amministrazioni, Enti, Istituti di Ricerca, Università, Soggetti privati ed Associazioni.(tutte le informazioni al link https://www.agendatevere.org/cdf/)
Gli interventi ed il dibattito hanno via via affrontato la complessità delle tematiche che investono il fiume ed il suo territorio, inquadrati ed analizzati nel sistema di attuazione ed operatività del Contratto di Fiume: sicurezza idraulica, qualità delle acque, biodiversità e funzionalità ecologica, fruizione ed accessibilità del fiume quale spazio pubblico, modelli di gestione partecipata degli spazi pubblici fluviali, coordinamento tra i contratti di fiume.
Nonostante negli ultimi anni si siano compiuti passi avanti nella gestione integrata del “sistema fiume” proprio attraverso l’attuazione del Contratto di Fiume, i diversi rappresentati istituzionali intervenuti hanno evidenziato le criticità che permangono rispetto ad una effettiva e fattiva collaborazione e coordinamento tra le Amministrazioni ed Enti competenti. Investire concretamente (risorse economiche e gestionali) nella operatività dello strumento del Contratto di Fiume viene considerata una decisa opportunità proprio, anche, per raggiungere l’obbiettivo di migliorare la cooperazione e concertazione (Enti competenti, Pubblica Amministrazione) nella pianificazione, programmazione ed attuazione degli interventi per la tutela, riqualificazione e valorizzazione del fiume e del suo territorio.
Fondamentale il ruolo del Soggetto Responsabile della gestione ed attuazione del contratto di fiume: sono necessarie risorse operative strutturate, le Segreterie Tecniche, e risorse economiche destinate sia al processo che all’attuazione dei Programmi di Azione dei Contratti di Fiume, ed una continuità operativa amministrativa (inevitabilmente condizionata dalla volontà politica) condizione fondamentale per lo sviluppo e l’attuazione dei Contratti stessi.
Questo ultimo aspetto è stato ben discusso ed analizzato grazie agli interventi dei Contratti di Fiume Aniene ed Almone il cui processo di attuazione è pesantemente condizionato proprio dalla situazione di criticità operativa del Soggetto Pubblico responsabile, mentre il “mantenimento in vita” dei contratti di fiume è garantito esclusivamente dalla promozione dal basso e dall’impegno di Soggetti Privati (Associazioni).
Il terzo e ultimo incontro “Il Tevere è…accessibilità e fruizione”, tenutosi il 18 luglio, è stato dedicato all’approfondimento dell’accessibilità e fruizione del fiume, lungo le sponde e nelle acque, senza confini e senza barriere.
Accessibilità e fruizione senza barriere, il camminare quale filosofia del benessere, i percorsi ciclopedonali, lo sport fluviale, nuovi possibili modelli di collaborazione Amministrazione-cittadini per la cura e fruizione delle sponde, il presente e futuro del turismo fluviale con la Discesa Internazionale del Tevere, sono i temi principali sui quali si è svolto il dibattito.
Il primo intervento ha riguardato il tema della percorribilità pedonale (Antonio Giorgini e Adriano Labbucci) soprattutto sulla riva sinistra, valutando la possibilità di realizzare un percorso che tenga conto delle testimonianze archeologiche presenti, realizzando un tracciato che non sia invasivo per adeguarlo ad un habitat ambientale che sta riemergendo.
La tematica ha offerto uno spunto di riflessione in merito alla salvaguardia di pedoni e ciclisti, fondamentale, che abbiano piacere di godere delle sponde del fiume, promosso dalla rappresentanza dell’Associazione Salvaciclisti Roma (Simone Relandini): si è riflettuto non solo sullo stato/qualità circa le piste ciclabili, in primis la bellissima Regina Ciclarum che presenta delle forti criticità nel tratto GRA-Ponte Galeria, ma anche sui pro e i contra della stessa viabilità lungo le rive, la convivenza ciclopedonale da migliorare soprattutto nella tabellonistica e nella marcatura, oltre che da un adeguata valutazione dello spazio utilizzato per la percorrenza.
L’aspetto della navigazione ludico-sportiva è stato affrontato attraverso l’esperienza della Discesa internazionale del Tevere – DIT (presidente Roberto Crosti) giunta quest’anno alla sua 45° edizione.
La Discesa Internazionale del Tevere – DIT, in canoa – bici – sub – gommone – a piedi, da Città di Castello a Roma, è uno storico viaggio collettivo sportivo turistico culturale a tappe lungo la valle del Tevere. Le sue finalità, dichiarate e realmente perseguite, sono sportive, ecologiche, turistiche e culturali, e gastronomiche.
Proprio per il valore storico- culturale, sportivo e turistico la DIT meriterebbe un riconoscimento concreto da parte di Roma Capitale, con supporto economico e promozione, affinché il suo futuro sia anche quello di motore di uno sviluppo locale sostenibile. Per il 2025 è stata annunciata una edizione speciale della DIT in occasione dell’anno giubilare. La classica manifestazione della DIT viene sospesa per dare vita ad una esperienza di “pellegrinaggio fluviale”: verrà consigliato un percorso a tappe da poter percorrere autonomamente e durante il quale potersi incontrare per condividere il proprio viaggio spirituale (http://discesadeltevere.org/).
Prezioso e fondamentale è stato l’intervento del campione paralimpico Salvatore Cimmino (associazione: A nuoto nei mari del globo) che ha catturato l’attenzione di tutti, in merito alla necessità di rendere accessibile e fruibile per tutti il fiume, abbattendo fisicamente e culturalmente le barriere che ancora oggi relegano le persone con disabilità in un mondo “a parte” che di fatto è esclusione.
“Immaginiamo un mondo libero dalle disabilità fisiche e sociali dove ogni persona possa prosperare” questo è il messaggio fortissimo di Salvatore nel quale la “disabilità” si annulla, può esserlo, nel momento stesso in cui si riesca a far prevalere i diritti di “ogni” persona, riconoscendo appunto il valore e l’unicità dell’essere “persona”.
Gli ultimi interventi hanno riguardato ancora la tematica dello sport fluviale, grazie alle testimonianze della Roma Adventure-Roma Rafting (Gianni Russo), che ha evidenziato le carenze presenti sia sull’Aniene che sul Tevere per la mancanza di pontili di attracco per chi pratica lo sport fluviale. È necessaria una pianificazione di interventi funzionale alla accessibilità e fruizione dall’acqua che sia pubblica (al momento solo quasi totale esclusività appannaggio dei Circoli sportivi privati). A tale riguardo è stato ricordato l’impegno preso da Roma Capitale per la pianificazione e realizzazione di un “piano degli approdi” quale azione prossima del CdF Tevere, impegno preso da Roma Capitale (Dipartimento Tutela Ambientale) in occasione dell’Assemblea del CdF Tevere tenutasi a luglio 2023 presso Palazzo Valentini.
L’arch. Chiara Cuccaro, che ha il ruolo di Supporto operativo nell’Ufficio Valorizzazione Tevere Roma Capitale, ha relazionato sul valore del cambiamento avviatosi con i nuovi 5 parchi d’affaccio fluviali che Roma Capitale: la trasformazione del fiume in “spazio pubblico”.
La tematica della fruizione delle sponde fluviali è stata affrontata attraverso l’esperienza realizzata con il “sentiero Parenzio” e il “Sentiero della Musica” (Emanuela Fiorenza – Retake Roma) che ha visto lo sviluppo di un’enorme energia messa in gioco da numerosi volontari-cittadini, espressione di un elevato senso civico nel trasformare una realtà di degrado in percorsi naturalistici di straordinario valore ecologico e sociale. «Un processo civico, spontaneo, di riappropriazione “dal basso” delle sponde fluviali, di cura e presidio, che dimostra concretamente la fattibilità di promuovere nuovi modelli di gestione partecipata quali sono i “patti di collaborazione». La rinascita di questi due percorsi spondali è il frutto esclusivamente di un impegno civico totalmente spontaneo che però indica, rivelandone già oggi il successo concreto, la strada di un futuro possibile con nuovi modelli di gestione partecipata anche per il fiume. Il Patto di collaborazione è un’esperienza di prossimità, è il superamento della modalità della “sostituzione” (del privato alla pubblica amministrazione; il modello dell’adozione) nella cura del bene comune con la co-amministrazione espressione di co-responsabilità.
Quanto queste esperienze dimostrino il valore e la fattibilità di modelli di di partecipazione alla cosa pubblica, è stato evidenziato dalla rappresentante di LABSUS (Irene Ianiro) che ha espresso fiducia e speranza sul futuro dei Patti di Collaborazione.
Il ciclo di eventi si è svolto nello spirito della mission propria dell’Associazione Progetto Radici, con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico su tematiche di importanza sociale culturale e ambientale, con la speranza di poter contribuire in futuro a raggiungere obiettivi di tutela e valorizzazione del territorio romano, di trasmettere alle generazioni future una maggiore sensibilità civile e una cultura non più divisiva ma che unisca soprattutto sui temi dell’ambiente.
Chiara di Santo
Daniela Giorgini
Laura Clerici